Il 23 dicembre 1984 il Rapido 904 parte dalla stazione di Napoli Centrale, diretto a Milano. Il treno è pieno di famiglie che si spostano per le festività. Al calar della sera il treno arriva a Firenze, carica altri passeggeri e prosegue la sua corsa, apprestandosi ad attraversare l’Appennino. Fuori è ormai buio e pochi si rendono conto di essere entrati in una galleria, la più lunga galleria d’Italia. Dopo pochi istanti scoppia una bomba. Due valigette con un carico di esplosivo del peso di 12 kg sono state posizionate sul treno, nella nona carrozza di seconda classe. Un radiocomando permette agli attentatori di essere sicuri che l’esplosione avvenga all’interno della galleria. Le vittime sono 16, i feriti centinaia. Per la strage sono stati condannati in via definitiva il boss mafioso Pippo Calò, i suoi complici Guido Cercola e Franco Di Agostino e l’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn. Le indagini hanno anche fatto luce sui complessi legami tra clan camorristi, destra neofascista partenopea e mafia siciliana. Totò Riina, a trent’anni di distanza dall’attentato, è stato accusato dalla Procura di Firenze di esserne il “mandante, determinatore e istigatore”. Nel processo di primo grado, terminato nel’aprile 2015, Riina è stato assolto.
Il documentario “Rapido 904 la strage di Natale”, prodotto nel 2015 in collaborazione con Zona, dura 52′ ed è visibile in streaming qui.